Il 18 aprile 1955 moriva Albert Einstein. Considerato come delle più brillanti menti non solo del Ventesimo secolo, ma addirittura dell’intera umanità. Sembra impossibile, ma anche i geni come un qualsiasi uomo sono mortali.
Vi siete mai chiesti quale fu la causa della morte di Albert Einstein?
Egli morì nel 1955, all’età di 76 anni, a causa della rottura di un Aneurisma dell’Aorta Addominale (AAA).
Già nel 1948, durante un intervento chirurgico eseguito per altri motivi, gli era stato diagnosticata la presenza di un voluminoso aneurisma.
L’aneurisma è una dilatazione localizzata e permanente di un’ arteria: oggi l’Aneurisma dell’Aorta Addominale ha una prevalenza del 3% nei paesi industrializzati, percentuale che sale al 5% se considera la popolazione maschile tra i 65 e i 75 anni. Le principali cause della formazione degli AAA sono l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il fumo di sigaretta.
La storia naturale della patologia aneurismatica porta prima o poi alla rottura dell’aneurisma, che determina una irrefrenabile emorragia interna e rappresenta un’ urgenza chirurgica con una mortalità del 90%; al contrario l’ intervento di riparazione in elezione, offre al giorno d’ oggi una mortalità peri-operatoria inferiore al 5%, per cui questo intervento viene proposto per prevenire l’evento di rottura in pazienti con un AAA di diametro superiore ai 5,5 cm.
Ma all’ epoca la chirurgia aortica era solo agli esordi e non proponeva ancora tecniche efficaci per la riparazione degli AAA. Nello stesso anno il chirurgo tedesco Rudolph Nissen decise comunque di operare Einstein, utilizzando una tecnica che consisteva nel proteggere l’aneurisma avvolgendolo con del cellophane, in modo da indurre una fibrosi della parete dell’aorta e così ridurre il rischio di rottura.
Evidentemente il metodo in qualche modo funzionò, ritardando la rottura fino al 1955.
Come posiamo prevenire questa patologia?
Al giorno d’oggi questa patologia così diffusa e insidiosa in quanto nella maggior parte dei casi non dà alcun disturbo che possa suggerirne la presenza e spesso l’unico sintomo si percepisce al momento della rottura con conseguenze quasi sempre mortali.
Come molte delle malattie , fino a qualche anno fa ineluttabilmente mortali, anche l’aneurisma dell’aorta addominale se diagnosticato prima della rottura può essere curato con una altissima percentuale di sopravvivenza e con terapie chirurgiche assolutamente poco invasive. La degenza dopo un intervento per aneurisma dell’aorta addominale eseguito con tecnica mini invasiva si limita a due tre giorni.
La prevenzione gioca dunque un ruolo determinante?
Risulta evidente per quanto detto che, essenziale per annullare il rischio di morte per rottura di un aneurisma dell’aorta addominale, sono la prevenzione e la diagnosi precoce.
La prevenzione è quella di tutte le malattie cardiovascolari e riguarda sia le abitudini di vita che il controllo delle alterazioni pressorie e metaboliche ma, quella specifica per questo tipo di malattia consiste nell’esecuzione di un semplice ecocolordoppler dell’aorta addominale che, se eseguita da specialisti dà una attendibilità ed una certezza del 100%.
Cosa può fare Città della Salute per contrastare questa patologia?
Il Nostro Centro Polispecialistico Riabilitativo Physiolife Porto Fluviale offre, tra gli altri, anche i servizi del Centro per la Prevenzione, Diagnosi e Cura delle Malattie Cardiovascolari.
Lo staff per la prevenzione delle malattie vascolari è composto da specialisti in chirurgia vascolare, cardiologia, bronco pneumologia, scienza della nutrizione ed è in grado di affrontare ed aiutare i nostri pazienti in tutte le loro specifiche problematiche.
Comprende inoltre anche una sezione dedicata specificatamente alla terapia riabilitativa vascolare sia linfatica che venosa ed arteriosa.
Questo tipo di riabilitazione altamente specializzato trova la sua indicazione in quei pazienti in cui non sia indicata la terapia medica o chirurgica.
Sicuramente il genio di Einstein, ai giorni nostri, non sarebbe morto per rottura di un aneurisma dell’aorta addominale già ben diagnosticato e chissà quali altri misteri ci avrebbe svelato…